Oristano e Iglesias unite, almeno per un giorno, nel nome della Sartiglia. O meglio delle Sortilles che nei secoli passati si correvano nelle due città regie. È successo sabato, grazie all’iniziativa della Fondazione Sartiglia che ha messo in luce i punti di contatto tra le manifestazioni che storicamente si sono corse nelle due città regie.
Per farlo ha invitato Ilaria Urgu, archivista della Memoria storica e studiosa delle antiche carte sulla Sartiglia, e Stefano Priola, vice Presidente della Pro loco di Iglesias e studioso della storia medievale del centro minerario, a mettere a confronto le rispettive esperienze per un parallelo sulle sortilles del 17esimo secolo attraverso le carte d’archivio.
“Sortilles: Oristano e Iglesias, una storia in comune” era il titolo della conferenza ospitata nella Sala retabli dell’Antiquarium Arborense nell’ambito delle Giornate della storia organizzate dalla Federazione Italiana giochi storici con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le attività culturali con il Riconoscimento del Presidente della Repubblica, a Oristano sono curate dalla Fondazione Sa Sartiglia e dal Comune di Oristano in collaborazione con la Regione, l’Archivio storico comunale e la Cooperativa La Memoria storica.
La conferenza aperta con i saluti di Nando Faedda, vice presidente della Fondazione Sa Sartiglia, Gianluca Mugheddu consigliere comunale delegato alla Sartiglia e Maurizio Concas della Coooperativa La Memoria Storica, è stata coordinata da Maurizio Casu, consigliere nazionale della Federazione Italiana giochi storici e responsabile del Centro di documentazione e studio sulla Sartiglia.
A Stefano Priola il compito di svelare tante curiosità su una Sortilla iglesiente del 1615, attraverso un documento scritto in lingua catalana da un anonimo gesuita e oggi custodito nell’Archivio diocesano di Iglesias.
“Il documento, che fa riferimento a una Sortilla risalente al 30 e 31 Agosto e 1 Settembre del 1615, attesta che la manifestazione era già affermata da tempo – ha detto Priola che ha anche evidenziato “le similitudini con la Sortilla di Minorca e le possibili origini da ricercare nelle giostre militari saracene o nei giochi equestri praticati dai mori e adottati dagli aragonesi e successivamente introdotte anche in Sardegna. Si cita una manifestazione con quadriglie, con uno sfidante (il mantenidor o capocorsa) e corse a due a due con cui si diede inizio a una Sortilla”.
L’archivista Ilaria Urgu è intervenuta sulle Sortilles e i mantenidores nei documenti del XVII e XVIII secolo custoditi nell’Archivio storico del Comune di Oristano: “Le Sortilles a quel tempo erano organizzate in occasione di nascite o feste reali o per celebrare vittorie militari e coinvolgevano l’intera popolazione. Una lettera di Filippo III, datata 8 aprile 1605, invita tutte le città del regno a partecipare con gioia e devozione, festeggiamenti, processioni e luminarie per la nascita del primo genito avuto da Margherita d’Austria”.
Con dovizia di particolari, Ilaria Urgu ha poi descritto l’abbigliamento del capocorsa: “Si fa riferimento al giurato capo Joan Antioco Ponti che fu scelto quale mantenidor per la Sortilla corsa nel mese di Giugno dello stesso anno. Il documento descrive le spese sostenute dal clavario (l’economo) per l’acquisto delle vesti che, grazie alla descrizione fatta, consente di notare notevoli differenze da quelle che oggi indossa su Cumponidori. Si descrive l’abito elegantemente realizzato con panni di tessuto color rosso cremisi e arricchito da alamari color d’oro, passamanerie e trinette. Il cappello ha piume ed è tenuto da una cordicella color oro e gli stivali arricchiti con anellini o cerchietti. Il corpo del mantenidor, come quello del cavallo, è protetto da una tela di ferratura. Il cavallo ha una gualdrappa di tessuto di seta rosso cremisi rifinito con passamaneria color oro e piume colorate nella criniera”.