Durante l’età spagnola le città Regie del Regno di Sardegna, tra cui Oristano, godevano di prerogative speciali. Tra queste vi era la possibilità di istituzione dei gremi.
Questi riunivano in corporazioni religiose soci che esercitavano un medesimo mestiere come agricoltori, falegnami, ferrai, sarti, calzolai, figoli e carrettieri.
Le corporazioni si occupavano di regolamentare l’ingresso dei nuovi soci, l’apprendistato dei novizi e l’esame per il passaggio da apprendisti a maestri d’arte. Inoltre si occupavano di fare le leggi in riferimento alla qualità dei prodotti e ai prezzi dei manufatti.
Il mutuo soccorso fra i soci, l’assistenza ai soci indigenti, l’accompagnamento funebre dei soci defunti e la partecipazione alle feste solenni del calendario religioso e alle principali feste dell’associazione, erano rigorosamente regolamentati e rispettati dai soci, pena multe ed espulsioni dalla maestranza.
La mancanza di documenti impedisce di conoscere con precisione in quale momento storico i gremi abbiano iniziato a organizzare la Sartiglia.
È documentata invece la volontà di un canonico della cattedrale arborense, vissuto nella metà del Cinquecento, di donare al Gremio dei Contadini di San Giovanni Battista un fondo i cui proventi avrebbero garantito le spese della manifestazione.
Diversamente, il Gremio dei Falegnami di San Giuseppe , storicamente sosteneva le spese dell’organizzazione della corsa attraverso i fondi raccolti dalle offerte dei soci e dagli apprendisti del gremio e da quelle fatte da famiglie nobili e benestanti della città.
Oggi il Gremio dei Contadini si occupa di tutte le fasi cerimoniali della Sartiglia che si corre la Domenica, mentre spetta a quello dei Falegnami organizzare quella del Martedì.
Entrambi i gremi sono custodi della tradizione e hanno il compito di assicurarsi che la giostra venga celebrata a qualsiasi condizione.
La loro attività si svolge durante tutto l’arco dell’anno ed è strettamente correlata con la giostra equestre.