I nomi dei vincitori del concorso sono stati svelati dalla giuria nel corso di una cerimonia ospitata sul canale YouTube Sartiglia Magazine.
L’opera di Giuseppina Sanna è stata giudicata la migliore tra le 42 che hanno partecipato al concorso bandito dalla Fondazione Oristano in occasione della Sartiglia 2020 e che, dopo essere stato riservato ad altre forme di espressione artistica (pittura e fotografia), quest’anno è stato dedicato alla poesia ed ha visto una altissima partecipazione da tutta Italia: oltre alla Sardegna, Lombardia, Veneto, Campania, Emilia Romagna, Lazio a conferma del grande successo che la manifestazione riscuote anche fuori dai confini regionali.
La giuria composta da Maria Grazia Atzeni, Santina Raschiotti e Maurizio Casu ha assegnato i primi tre premi alle poesie di maggiore impatto emotivo, rispondenti ai canoni condivisi dalla commissione. Oltre al primo, secondo e terzo classificato sono state attribuite quattro menzioni d’onore.
Il secondo premio è stato assegnato a Simone Musu con la poesia “Tam Taradam” e il terzo a Martina Serra con “La Sartiglia è sinestesia”. Le poesie degne di menzione sono quelle di Pierpaolo Sanna (Oristano) “Le Amazzoni”, di Carlo Piu (Limbiate – MB) “All’ombra della Madonnina”, di Palmiro Pilloni (Gonnoscodina) “Sartiglia” e di Sebastiano Cau (noto Eliano) di Sorgono “Fiore di Oristano”. Al primo classificato è stato assegnato un premio in denaro di 500 euro, al secondo classificato di 300 euro e al terzo classificato di 200 euro.
I componimenti vincitori, le menzioni d’onore e le altre poesie partecipanti al concorso sono state racchiuse in una pubblicazione della Fondazione Oristano, edita da Camelia Edizioni, che verrà spedita a tutti i partecipanti al concorso; sono stati esclusi dalla stampa le poesie giudicate dalla giuria non classificabili, 5 in tutto, perché non aderenti ai criteri di partecipazione indicati nel regolamento del concorso.
Queste le motivazioni della giuria.
Vincitore del concorso – Sono ancora lì di Giuseppina Sanna · Terralba (OR)
Commento: Il ritmo interiore del poeta crea i propri spazi: all’esterno, nell’asfalto umido di pioggia, i segni della festa sono ancora vicini e il ricordo si carica di una malinconia definita “multicolore”.
L’aggettivo richiama lo sfarzo della nostra Sartiglia: le stoffe pregiate dei costumi, i gioielli in oro e argento delle giovani donne impegnate nella vestizione de su Cumponidori, il corteo con i costumi preziosi diretto verso la Cattedrale insieme ai tamburini, ai trombettieri, ai cavalieri sui cavalli bardati con rosette dai mille colori.
All’interno della vecchia dimora dal tetto di canne annerite dal tempo, memoria delle case che sorgevano in alcune vie su cui gravitava la giostra, non si è ancora spenta la luce del focolare.
Il poeta si limita all’essenziale, punta all’interiorizzazione evocando immagini vissute nella propria esperienza, conduce il componimento sulla contrapposizione tra mondo esterno e mondo interno alla casa con un alternarsi di ombre e luci coinvolgenti: l’asfalto umido della strada e la malinconia indefinibile, la vecchia casa rischiarata dal focolare col tetto annerito dal tempo, e la pagina candida di un quaderno sulla quale una bimba anima un Arlecchino dai mille colori. In lontananza tamburi, trombe, scalpitio di cavalli, in attesa della Primavera con le viole e le pervinche per rivivere la suggestione di quell’antico accordo.
Semplicità di linguaggio e quotidianità delle situazioni rendono suggestivi questi versi liberi, di quattro strofe non inquadrate in schemi tradizionali; la poesia è delicata anche sul piano degli aspetti formali dove le onomatopee, le allitterazioni e gli enjambement non appesantiscono il testo ma caricano di significato questo delizioso componimento.
Secondo classificato – TAM TARADAM di Simone Musu · Oristano
Commento: Non si può immaginare la Sartiglia prescindendo dalla presenza dei trombettieri e dei tamburini che, da secoli, accompagnano le fasi salienti della giostra e la cui istituzione è comprovata da un prezioso documento del 1616 dell’Archivio storico del Comune di Oristano nel quale si fa cenno alle spese per i tamburini e i trombettieri in occasione di festeggiamenti organizzati in città.
Tra squilli di tromba e rullio di tamburi i loro ritmi diventano incalzanti rendendo i momenti della manifestazione emozionanti e ricchi di attesa, sin dalle prime ore del mattino quando gli stessi accompagnano il banditore ad annunciare l’evento per le vie della città antica.
Dietro questa lirica si cela un tamburino che vive con orgoglio e fierezza tanti anni di Sartiglia: Il suono del tamburo e della tromba lo accompagnano in un’esperienza fatta di mistero e follia. Ma questa è vita e calore come quello che emana la famiglia.
Difficile trasmettere il senso di un qualcosa che nasce e che hai scelto per vivere le tue emozioni, nascosto dietro una mascherina per accompagnare un cavaliere dal cilindro nero adornato col colore del rosa o del celeste nel suo giorno più bello, con gli occhi emozionati di un bambino e con in mano le bacchette lignee o una fredda tromba.
C’è un messaggio di forte identità in questa poesia, di attaccamento a valori portanti della nostra tradizione consolidatisi nel tempo.
Sotto il profilo formale la lirica è costituita da versi di varia estensione in assoluta libertà espressiva che trova armonia in un ritmo interiore libero da ogni codifica.
In questo caso possiamo dire che la poesia non è la lingua di tutti, questo poeta non parla come gli altri ma crea un’avventura espressiva personale con un suono singolare: TAM TARADAM.
Terzo classificato – La Sartiglia è sinestesia di Martina Serra · Oristano
Commento: Abile questo poeta nel condurre il lettore su alcune immagini essenziali della Sartiglia creando effetti di richiamo alle diverse sfere sensoriali e potenziandone i significati: ascoltare il sapore della Vernaccia in uno dei momenti più sacrali della vestizione de Su Cumponidori, quando, prima di vestire la maschera, omaggia la terra per il generoso frutto della vendemmia e insieme al suo presidente di gremio invoca il Santo protettore; annusare una policromia, quella dei colori sgargianti dei costumi, i broccati, i nastri, i gioielli sfarzosi, le bardature dei cavalli, le viole e le pervinche de sa Pippia ‘e maju; assaporare i brividi, l’emozione delle discese alla stella e le Pariglie con le spericolate esibizioni dei cavalieri al galoppo sui loro destrieri; osservare lo squillo delle trombe che annunciano con i loro ritmi i momenti salienti della giostra; toccare il vento che scompiglia i costumi durante la corsa sfrenata dei cavalli.
È una sorta di ordito questa poesia che combina tutti i sensi con effetti di grande suggestione. E, nella chiusa, ancora i sensi per ribadire gli effetti: la Sartiglia deve essere “avvertita, sentita, vissuta”, sono imprescindibili queste sensazioni per esprimere i momenti salienti di questa meravigliosa avventura.